mercoledì 29 luglio 2015

Consiglio turbolento, perché "noi abbiamo Barletta nel cuore"...

Spero che domani qualche giornalista serio la dica la verità sulla seduta del consiglio di oggi.
Quello che qualcuno chiama "sit in di sensibilizzazione" è stato occasione di minaccia, di ingiurie, offese ingiustificate, prepotenza. E tutti genuflessi. Per paura. Tutti.

Fa' paura quella massa di persone, i loro toni. Ci teniamo ogni offesa. Prendiamo le vagonate di merda in faccia e tutti zitti, perché "sono pericolosi". Difendono l'onore della città. Perché i corrotti siamo noi, ma tutti coloro che nel mondo dorato del pallone si vendono le partite per accumulare ingordamente altro danaro, come se non ne guadagnassero, sono degli eroi da difendere fino alla morte. 
Io questa prospettiva non la capirò mai.

Il consiglio si è concluso in fretta e furia, con cori e cordoni di polizia sotto la sala consiliare.
Votazioni confuse, su provvedimenti importantissimi, alcuni dei quali in scadenza il 31 luglio (mi riferisco alle variazioni di bilancio, all'accertamento dei residui e altre materie delicate). Abbiamo accelerato votando provvedimenti alla cieca, perché avevamo promesso (qualcuno aveva promesso) di "discutere velocemente gli argomenti all'ordine del giorno e andare a fare le telefonate agli imprenditori per convincerli a comprarsi la squadra". E perché al piano di sotto avevamo cori e assembramenti di centinaia di ultras, fomentati e caricati dalle promesse di qualche scellerato che li ha illusi che "il Comune può fare qualcosa". Ma ditemi, cosa possiamo fare che il Sindaco non abbia già tentato di fare, appellandosi a tutte le forze economiche della città?

Abbiamo accelerato su questioni che meritavano un dibattito serio per "ordine pubblico". Lo stesso ordine pubblico che non è stato garantito quando sono saliti in consiglio a chiamarci merde, a dirci di vergognarci, eccetera eccetera eccetera. Ma tanto ormai l'offesa di quel livello, il "zoccole" che vola giù così destinato alle consigliere è cosa su cui transigere, pare.
Dovevamo accelerare, già. E il bilancio mica è importante, e il destino del patrimonio immobiliare della città mica è importante, e le parole sulla droga e le trivelle sono perdite di tempo. 
Io sono mortificata davanti alla vittoria della forza, della prepotenza e della minaccia. Sono delusa.
Sapevano tutti di questo possibile sit in. Ci si poteva organizzare. 
Ma mortificare così una discussione consiliare non è giusto. Cedere al ricatto di 100 persone che fanno pressione (molti dei quali con trascorsi pesanti con la giustizia) è la sconfitta delle istituzioni. Restituire dignità alle istituzioni sembra già impresa difficilissima, qui da noi, superficiali come siamo - sempre - nella gestione di certi momenti solenni (il consiglio comunale per me lo è, solenne). Ma se lasciamo correre come "normale" ciò che è accaduto oggi l'impresa diviene impossibile.

Il destino del Barletta calcio ce l'hanno a cuore tutti. Trovatemi un sindaco o un politico qualunque che non vorrebbe orgogliosamente avere una squadra che funzioni ed essere in armonia con i tifosi. Ma così non va. E ditemi, di grazia, quale imprenditore, pur volendosene far carico, comprerebbe una squadra con la consapevolezza di doversi trovare sotto casa ogni due per tre 200 persone di quelle, pronte a spaventare, lanciare improperi, minacciare?


[Intanto, giunge qualche minuto fa su twitter la solidarietà del sindaco. Spero che le abbiano fatte ste telefonate. Spero che il Barletta sia acquistato e siano tutti felici. Ma un minuto dopo, o ci riprendiamo in mano la dignità delle istituzioni, oppure ci candidiamo alla guerra civile su qualsiasi capriccio.


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