Dopo avermi aizzato contro tutti i tifosi del Barletta calcio, i consiglieri meteora, quelli che non abbiamo visto in aula per almeno la metà dei consigli comunali da quando siamo stati eletti, i folgorati sulla via della 167, coloro che pensano di fare politica con un manifesto di Checco Zalone per raccattare qualche voto di simpatia, coloro che strumentalizzano il disagio reale delle persone per strappare qualche applauso "a scena aperta", stanno provando ad aizzare contro la sottoscritta anche i lavoratori della BARSA, scrivendo calunnie e falsità relative al mio tentativo di ieri di riportare al rispetto delle regole un consiglio comunale il cui regolamento viene sistematicamente calpestato.
La mia posizione a difesa della Barsa e dei suoi lavoratori è stata ed è chiara: ho ribadito due volte (e dimostrato con il voto in consiglio) che mi impegnerò – e con me l’intero Partito Democratico – perché si garantisca l’affidamento alla stessa Società di vecchi e nuovi servizi pubblici e strumentali nel rispetto dell'equilibrio economico, della tenuta dell'occupazione, dell'efficienza e della qualità della vita cittadina e affinché si metta a punto la gestione in house di tutti i servizi della Barsa oltre che il servizio di igiene urbana.
In un contesto politico in cui tutti affrontassero con serietà e responsabilità il proprio ruolo, queste repliche sarebbero superflue.
Ma qui, purtroppo, serietà e responsabilità lasciano il passo a due ossessioni, la visibilità e la smania di appuntarsi medaglie, nella direzione di un unico, miope orizzonte: la riproduzione elettorale.
Per fortuna mi hanno insegnato a guardare oltre la siepe.
Lì, interminati spazi.
Lì, interminati spazi.
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