E' da un po' passata la mezzanotte, anzi, anche l'una a dir la verità (devo dirlo che è "l'una e 35 circa"? - gli appassionati capiranno) e puntuali facebook e google ricordano ai distratti e agli insonni come me che "ehi, è 22 Aprile ed è
la #GiornatadellaTerra, l' #EarthDay".
Inevitabilmente il mio pensiero va a Barletta e alla grande tensione che c'è intorno alle tematiche ambientali, che preoccupano da diverso tempo la nostra comunità e su cui le crescenti mobilitazioni dei cittadini hanno imposto un'attenzione speciale da parte di coloro che amministrano la comunità, a tutti i livelli.
Penso alla notizia, preoccupante, della conferma della presenza di cromo esavalente, solfati, nitrati e selenio all'interno della falda sottostante la zona industriale. Lo abbiamo appreso l'altroieri dopo i lavori della Commissione Ambiente del Consiglio regionale convocata allo scopo di fare il punto della situazione a 7 mesi di distanza dall'avvio del monitoraggio.
Lo temevamo, molti lo avevano previsto, se ne parlava e scriveva da mesi e mesi: oggi abbiamo dati certi e sono ancora in corso monitoraggi dettagliati per circoscrivere il fenomeno, capirne l'estensione, le possibili cause e, cosa non secondaria, l'epoca della contaminazione al fine di arrivare a scoprire i responsabili di questo oltraggio alla Terra, all'ambiente, all'ecosistema, non solo perché paghino per le loro responsabilità, ma anche perché si facciano carico di curare ciò che hanno ferito, di risanare ciò hanno distrutto, di bonificare ciò che hanno inquinato. Naturalmente non ci si ferma alla falda, ma le rilevazioni interessano e interesseranno anche la qualità dell'aria.
Ecco, al netto delle polemiche, della rabbia legittima, delle reciproche accuse, trovo che dinanzi a questioni così enormi ci sia solo una strada da percorrere, con lucidità, maturità e rigore. Quella della ricerca della verità.
La scelta di mettere insieme quei sei Enti pubblici, quelle sei istituzioni, CNR/IRSA, ARPA, ASL, Regione, Provincia e Comune in quel protocollo d'intesa che impegnava ad azioni concrete, in tempi certi e con risorse certe, è stata -secondo me- un'intuizione saggia e soprattutto il corretto "primo passo".
Primum: conoscere.
Tutti gli enti coinvolti si sono impegnati a metterci denaro e impegno.
E' in corso, con quei denari e per quell'impegno preso, un monitoraggio in un'area di circa 2 km ad opera delle più esperte istituzioni in materia, che stanno utilizzando tecnologie sofisticate e attendibili (georadar, geoelettrica e piezometri di ultima generazione) e, nel pieno rispetto del cronoprogramma, stanno ricavando dati e li stanno analizzando dal punto di vista chimico e biomolecolare.
E' essenziale avere dati ufficiali, certezze.
Dinanzi a questi primi dati ufficiali, sebbene non completi (si aspetta la fine del monitoraggio, ora a metà percorso), si è preso un ulteriore impegno: metterci altri 100.000€ e consentire così di estendere l'area da monitorare a tutta la zona industriale e non soltanto al raggio di 2km dalle aziende oggetto di indagine.
Ancora, l'ASL e l'ARPA stanno sviluppando un progetto che durerà due anni al termine del quale sarà redatto un rapporto Ambiente-Salute proprio a partire dalle rilevazioni del monitoraggio ambientale in corso.
Inoltre, dopo la prossima verifica sulle attività di ricerca prevista per il 5 maggio, si è deciso di presentare i primi dati alla cittadinanza in un incontro pubblico.
Nessuna vittoria, ma solo un percorso tracciato da seguire con grande impegno, quello che ancora dobbiamo metterci, tutti, dal Comune alla Regione, per dare una risposta onesta e possibilmente efficace alla crescente legittima preoccupazione di noi tutti concittadini.
Così, oggi e nel futuro, la nostra Giornata della Terra.
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