All'indomani di una crisi aperta dal nostro Partito senza che sia stato possibile confrontarsi, dentro o fuori il Consiglio comunale, dentro o fuori il Partito, sulle motivazioni che hanno portato il capogruppo del PD a leggere, nella seduta consiliare del 17 Giugno, queste dieci righe
nelle quali come è evidente si dichiara di ritirare l'apoggio politico all'amministrazione e, insieme, la delegazione PD dalla giunta (rivendicata, ottenuta e salutata con orgoglio solo tre mesi fa),
con alcuni compagni (Stefano Chiariello, Luca Lacerenza, Francesco, Pietro, Mimì, Cinzia, Enzo, Gino ed altri) abbiamo ritenuto di esternare disappunto al Segretario regionale, dopo avergli già segnalato tutta la nostra preoccupazione rispetto alla situazione determinatasi anche nel precedente consiglio comunale
con la preghiera di ricondurre all'alveo delle regole democratiche la vicenda politica in corso attraverso la cosa più semplice e democratica che conosciamo: l'apertura di una discussione.
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Al Segretario regionale PD Puglia
Marco Lacarra
e, p.c.,
Alla Presidente dell’Assemblea regionale
PD Puglia
Assuntela Messina
Gentile Segretario, Gentile Presidente,
quali iscritti, militanti e dirigenti del circolo del
Partito Democratico di Barletta sentiamo il dovere nei confronti della comunità
del centrosinistra di esprimerci sulla crisi politico-amministrativa apertasi a
seguito delle assenze nel consiglio comunale del 31 Maggio scorso.
Innanzitutto, è bene ricordare che la nostra città è
governata da circa vent’anni dal centrosinistra e che, soprattutto negli anni
più recenti, ha visto un progressivo aumento dell’instabilità politica,
culminata con la fine anticipata del mandato del sindaco Maffei ed il
commissariamento del circolo cittadino. In seguito, per ripartire con una nuova
proposta politica, è stato necessario un difficile lavoro di ricomposizione,
all’interno del PD e della coalizione, entrambi lacerati dalla burrascosa conclusione
della precedente esperienza amministrativa.
La candidatura di Pasquale Cascella è stata - e a nostro
avviso costituisce tuttora - la garanzia e l’unico collante possibile attorno
al quale si è potuto costruire, al contempo, una prospettiva inclusiva di governo
di centrosinistra ed una proposta di risanamento della città. Si è trattato di
una proposta di governo che noi abbiamo presentato alla città, che la città ha
accolto e che ci ha visti sottoscrivere con i cittadini un patto che dovremmo
essere tutti impegnati a mantenere.
Lo scorso Febbraio – al compimento, tra frequenti
fibrillazioni, di metà mandato amministrativo con un esecutivo formato da
tecnici e personalità di fiducia del sindaco - si è approdati ad un faticoso
rimpasto, partito con gli obiettivi di rafforzare e rilanciare l’azione
amministrativa, arricchire la coalizione su basi politiche e non meramente
numeriche allargandola al Partito Socialista in quanto “tassello essenziale del
progetto del centrosinistra europeo, nazionale e locale” (come da documento
politico del 18 Gennaio scorso sottoscritto dalle forze politiche di
maggioranza) e riconoscere nel nuovo esecutivo il peso delle forze politiche. In
questi mesi è però accaduto che, sebbene il Partito Democratico abbia assunto
maggiori responsabilità di governo, con il riconoscimento di tre assessorati, non
è stato conseguito l’obiettivo di allargare la coalizione e consolidare i
numeri a sostegno del sindaco. Paradossalmente, infatti, si è assistito ad un
indebolimento numerico: i socialisti sono rimasti all’opposizione e si sono
rotti i rapporti con la componente di sinistra (-2) e con i consiglieri eletti
nella lista del sindaco (-2), numeri solo parzialmente compensati dall’ingresso
in maggioranza di consiglieri eletti con l’opposizione (+2), entrati nella
formazione Area Popolare.
È ugualmente paradossale che un paio di mesi dopo
l’insediamento della nuova giunta e dopo l’approvazione del bilancio di
previsione 2016 (celebrata con gaudio sulla stampa dal Segretario di Circolo) siano
giunti strani messaggi subliminali al sindaco.
Non possono essere definite diversamente, infatti, le
assenze al consiglio comunale del 31 Maggio. È pratica ormai consueta, riconosciuta e mai
stigmatizzata, quella di alcuni rappresentanti del nostro Partito di evitare il
confronto nelle sedi opportune – partito, tavolo politico, consiglio comunale –
e far mancare i numeri alla maggioranza in consiglio comunale. Un modo di esprimere
il dissenso che esclude il confronto sul merito dei problemi e lo riconduce
all’alveo della trattativa tra individui o gruppi.
È per questo che nell’occasione del consiglio
comunale del 31 Maggio, chi non si riconosce nei diktat di cordata è stato
ritualmente presente, non essendo state esternate le ragioni sottese a questa
singolare forma di azione politica a nessuno degli organismi di partito, né
all’intero gruppo consiliare.
Né riusciamo a comprendere il documento redatto a
seguito dell’incontro tenutosi a Bari lo scorso Venerdì 17, riportato per voce
del capogruppo come “decisione del Partito Democratico” senza che ve ne fosse
stata adeguata informazione e condivisione né all’interno del Partito stesso,
né con gli alleati. Il documento in questione ha portato all’approvazione del
bilancio consuntivo ma ha assecondato una strategia tesa evidentemente al
laceramento della coalizione ed al logoramento del sindaco. I cittadini, la stampa,
l’opinione pubblica ed una larga fetta del Partito non comprendono come sia
giustificabile una richiesta di “giunta tecnica” a pochi mesi dall’insediamento
– a lungo richiesto dal nostro Partito – di una “giunta politica”. Né, infine,
è possibile condividere le contestazioni ad un’azione amministrativa che in
buona parte il Partito Democratico governa, sacrificando anche persone e
competenze – i nostri assessori – immolatisi nella totale assenza di discussione
politica.
Ciò che sentiamo di contestare più vigorosamente è
proprio l’assenza di una discussione sulle ragioni – se ve ne sono - di questa
crisi politico-amministrativa. Le uniche ragioni ascoltate finora, infatti, fanno
riferimento a dissidi personali e spigoli caratteriali, piuttosto che a temi di
interesse generale con i quali poter sostenere la fine anticipata di
un’amministrazione.
Riteniamo, invece, che sebbene caratterizzati da alti
e bassi, in questi tre anni di mandato siano stati raggiunti traguardi che
vanno valorizzati e che siano in itinere
procedimenti complessi ma che porteranno alla risoluzione di problemi, veri e propri
macigni, che da anni, se non da decenni, affliggono la nostra città.
L’amministrazione Cascella ha risanato con rigore il
bilancio del Comune, carico di debiti fuori bilancio accumulati dal passato,
facendo di Barletta una delle poche città dell’intero territorio provinciale dal
bilancio solido e che non rischia il default. Sbloccando un appalto concepito
male e fermo da oltre quattro anni questa amministrazione ha dato il via, lo
scorso Ottobre, alle opere di urbanizzazione attese da un intera parte di città
sviluppatasi in modo disarticolato e scomposto, con piani di edilizia che negli
anni passati hanno visto consegnare ai cittadini abitazioni ben prima che le
relative aree fossero servite dalle opere di urbanizzazione. Ancora, solo poche
settimane fa, dopo anni e veementi proteste dei residenti, ha individuato una
soluzione per lo spostamento di un campo rom situato a ridosso di un parco ed (nuovo
spazio di verde e socialità consegnato ai cittadini) a pochi metri dalla nuova
zona residenziale. Ha aperto biblioteche per ragazzi in quartieri privi di
altri servizi culturali; ha arricchito il patrimonio dei cittadini acquisendo
dallo Stato il Palazzo della Marra; attraverso l’avvio della raccolta
differenziata “porta a porta”, ha consentito alla città – vincitrice del titolo
di “Comune riciclone” - di risparmiare sull’ecotassa regionale, abilitando i
cittadini ad essere compartecipi di uno sviluppo più attento e sostenibile
muovendo passi verso la strategia rifiuti zero.
Ciò solo a titolo esemplificativo dell’impegnativo
lavoro svolto e da portare a compimento.
Ebbene, abbiamo sottoscritto un patto con i cittadini
di Barletta, al momento delle elezioni: ora ci tocca impegnarci a realizzare il
programma amministrativo da noi costruito e votato e sottoporci al termine del
mandato alla valutazione dei cittadini. È evidente che la cosa più inutile e
dannosa da fare, in questo momento, sia porre fine a questa esperienza
amministrativa. La recente tornata di elezioni amministrative chiarisce che i
cittadini non capirebbero perché ancora una volta gli chiediamo fiducia su un
sindaco e un progetto e ad un certo punto del percorso siamo noi stessi a fare
dietrofront; i “maggiorenti” del nostro Partito, sempre convinti di governare
le leve del consenso, sottovalutano le lacerazioni che stanno producendo nella
coalizione di centrosinistra e l’insofferenza dei cittadini che consegnerebbero,
forse a ragione, l’amministrazione della città al centrodestra o al M5S.
Il circolo del Partito Democratico di Barletta ha
compiuto la sua evoluzione in comitato elettorale: il direttivo e la segreteria
cittadina non vengono convocati quasi mai e così si estromettono iscritti e
militanti dalle decisioni, relegandole alle trattative tra il segretario ed i
sottogruppi che compongono il gruppo consiliare del PD.
Ciò di cui sicuramente non abbiamo bisogno è che, come fatto sinora, si
mortifichino gli organi statutari, il dibattito
e la discussione, si prendano le decisioni nel chiuso di una stanza, si riduca
tutto ad un riequilibrio dei pesi delle correnti.
In conclusione, prendiamo le distanze da un’azione
politica incomprensibile, che ha gettato diffuso discredito sul Partito
Democratico e ne ha causato l’isolamento ed auspichiamo che prevalgano gli
interessi generali sugli spigoli caratteriali e le ambizioni personali.
Chiediamo che il Partito Democratico tuteli il
Sindaco Cascella evitando che si ponga fine anticipatamente a questa esperienza
amministrativa, circostanza che causerebbe l’interruzione di procedimenti
amministrativi in corso necessari e fondamentali per consegnare, ai cittadini e
a chi seguirà a noi nella responsabilità di amministrare, una città migliore di
quella - piena di debiti e di annose irrisolte questioni pendenti - che abbiamo
consegnato al Sindaco Cascella.
Infine, chiediamo che il Partito Democratico si
faccia carico di una discussione politica sui connotati e sui contenuti
politici delle alleanze che vedono il PD perno della coalizione e che parta,
imprescindibilmente, dalla ricomposizione della coalizione di centrosinistra
legittimata dal voto. Chiediamo infine che, stante l’assenza di dibattito sulle
ragioni che hanno portato prima ai “messaggi subliminali” e poi alla richiesta
di giunta tecnica, si apra una discussione di merito sull’azione amministrativa
sin qui svolta, coinvolgendo gli iscritti del Partito Democratico, gli organi
statutariamente preposti e gli elettori, al fine di comprendere i limiti, le
contraddizioni e gli errori e, possibilmente, superarli nel rispetto del
mandato conferito al nostro Partito dai cittadini di Barletta.
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