lunedì 26 ottobre 2015

Città ingessate, statiche, pigre. Il XXII rapporto sull'ecosistema urbano.



"Città ingessate, statiche e pigre. Aree urbane che arrancano e faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile ed essere culle di una rigenerazione urbana capace di migliorare la qualità dei singoli e della comunità." 

È uscito oggi il 22° rapporto di Legambiente sull'Ecosistema Urbano, realizzato con l’Istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore.

Ne parlavo qualche giorno fa su tutta la stampa possibile che ha dato spazio al mio grido "dove sono i nostri dati" rimasto inascoltato da oltre un anno.

[Gazzetta del Mezzogiorno: 







Il Quotidiano Italianohttp://tinyurl.com/ooo5ow4

Barlettaviva.ithttp://tinyurl.com/q9zfopk

Barlettalive.it: http://tinyurl.com/puw26ax

Barlettanews.ithttp://tinyurl.com/pencyak]

Noi, come nel 2014, anche nel rapporto 2015 siamo assenti dalle classifiche sulla vivibilità.
Mi chiedo se è perché siamo invisibili.
O invivibili.

Sindaco mio, insisterò su questa questione finché avrò voce. Ti tallonerò come Javert con Jean Valjean.
I dati sono preziosi, essenziali per programmare e pianificare scelte per l'oggi e, soprattutto, per il domani. 
Barletta non può, per l'imperizia o la sciatteria di qualcuno, restare indietro. 

Rabbia a parte, penso che questo rapporto contenga la base di studio e di lavoro per tutti gli amministratori d'Italia. 

Siamo dentro una sfida europea, anzi globale, che vede le nostre città sottoposte sempre a maggiori pressioni (la crescita e l'invecchiamento della popolazione, la complessità dei rischi aggravata dal cambiamento climatico, il cambiamento degli stili di vita e i modelli di sviluppo inadeguati - le urbanizzazioni, l'eccessivo consumo del suolo, la frammentazione degli habitat naturali). 
Rispetto a tali fattori le città sono responsabili, vulnerabili, ma anche soggetti cruciali per invertire la tendenza in atto ("come rendere resilienti le nostre città", dicono quegli esperti che molti snobbano e dai quali dovremmo abbeverarci quotidianamente e che dovremmo invitare, leggere, ascoltare.)
La sfida della crescita intelligente, sostenibile e inclusiva di Europa 2020 non è un'utopia, è un sogno possibile, concreto. C'è solo da lavorarci su.
Ma, prima di ogni cosa,
bisogna volerlo sognare. 

Io mi ci voglio dedicare.

Il rapporto è scaricabile qui:


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