martedì 28 giugno 2016

Sulla crisi politico-amministrativa: lettera (l'ennesima) al Segretario Lacarra.

All'indomani di una crisi aperta dal nostro Partito senza che sia stato possibile confrontarsi, dentro o fuori il Consiglio comunale, dentro o fuori il Partito, sulle motivazioni che hanno portato il capogruppo del PD a leggere, nella seduta consiliare del 17 Giugno, queste dieci righe 
nelle quali come è evidente si dichiara di ritirare l'apoggio politico all'amministrazione e, insieme, la delegazione PD dalla giunta (rivendicata, ottenuta e salutata con orgoglio solo tre mesi fa),
con alcuni compagni (Stefano Chiariello, Luca Lacerenza, Francesco, Pietro, Mimì, Cinzia, Enzo, Gino ed altri) abbiamo ritenuto di esternare disappunto al Segretario regionale, dopo avergli già segnalato tutta la nostra preoccupazione rispetto alla situazione determinatasi anche nel precedente consiglio comunale
con la preghiera di ricondurre all'alveo delle regole democratiche la vicenda politica in corso attraverso la cosa più semplice e democratica che conosciamo: l'apertura di una discussione.

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Al Segretario regionale PD Puglia
Marco Lacarra

e, p.c.,
Alla Presidente dell’Assemblea regionale PD Puglia
Assuntela Messina


Gentile Segretario, Gentile Presidente,
quali iscritti, militanti e dirigenti del circolo del Partito Democratico di Barletta sentiamo il dovere nei confronti della comunità del centrosinistra di esprimerci sulla crisi politico-amministrativa apertasi a seguito delle assenze nel consiglio comunale del 31 Maggio scorso.
Innanzitutto, è bene ricordare che la nostra città è governata da circa vent’anni dal centrosinistra e che, soprattutto negli anni più recenti, ha visto un progressivo aumento dell’instabilità politica, culminata con la fine anticipata del mandato del sindaco Maffei ed il commissariamento del circolo cittadino. In seguito, per ripartire con una nuova proposta politica, è stato necessario un difficile lavoro di ricomposizione, all’interno del PD e della coalizione, entrambi lacerati dalla burrascosa conclusione della precedente esperienza amministrativa.
La candidatura di Pasquale Cascella è stata - e a nostro avviso costituisce tuttora - la garanzia e l’unico collante possibile attorno al quale si è potuto costruire, al contempo, una prospettiva inclusiva di governo di centrosinistra ed una proposta di risanamento della città. Si è trattato di una proposta di governo che noi abbiamo presentato alla città, che la città ha accolto e che ci ha visti sottoscrivere con i cittadini un patto che dovremmo essere tutti impegnati a mantenere.
Lo scorso Febbraio – al compimento, tra frequenti fibrillazioni, di metà mandato amministrativo con un esecutivo formato da tecnici e personalità di fiducia del sindaco - si è approdati ad un faticoso rimpasto, partito con gli obiettivi di rafforzare e rilanciare l’azione amministrativa, arricchire la coalizione su basi politiche e non meramente numeriche allargandola al Partito Socialista in quanto “tassello essenziale del progetto del centrosinistra europeo, nazionale e locale” (come da documento politico del 18 Gennaio scorso sottoscritto dalle forze politiche di maggioranza) e riconoscere nel nuovo esecutivo il peso delle forze politiche. In questi mesi è però accaduto che, sebbene il Partito Democratico abbia assunto maggiori responsabilità di governo, con il riconoscimento di tre assessorati, non è stato conseguito l’obiettivo di allargare la coalizione e consolidare i numeri a sostegno del sindaco. Paradossalmente, infatti, si è assistito ad un indebolimento numerico: i socialisti sono rimasti all’opposizione e si sono rotti i rapporti con la componente di sinistra (-2) e con i consiglieri eletti nella lista del sindaco (-2), numeri solo parzialmente compensati dall’ingresso in maggioranza di consiglieri eletti con l’opposizione (+2), entrati nella formazione Area Popolare.  
È ugualmente paradossale che un paio di mesi dopo l’insediamento della nuova giunta e dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2016 (celebrata con gaudio sulla stampa dal Segretario di Circolo) siano giunti strani messaggi subliminali al sindaco.
Non possono essere definite diversamente, infatti, le assenze al consiglio comunale del 31 Maggio. È  pratica ormai consueta, riconosciuta e mai stigmatizzata, quella di alcuni rappresentanti del nostro Partito di evitare il confronto nelle sedi opportune – partito, tavolo politico, consiglio comunale – e far mancare i numeri alla maggioranza in consiglio comunale. Un modo di esprimere il dissenso che esclude il confronto sul merito dei problemi e lo riconduce all’alveo della trattativa tra individui o gruppi.
È per questo che nell’occasione del consiglio comunale del 31 Maggio, chi non si riconosce nei diktat di cordata è stato ritualmente presente, non essendo state esternate le ragioni sottese a questa singolare forma di azione politica a nessuno degli organismi di partito, né all’intero gruppo consiliare.
Né riusciamo a comprendere il documento redatto a seguito dell’incontro tenutosi a Bari lo scorso Venerdì 17, riportato per voce del capogruppo come “decisione del Partito Democratico” senza che ve ne fosse stata adeguata informazione e condivisione né all’interno del Partito stesso, né con gli alleati. Il documento in questione ha portato all’approvazione del bilancio consuntivo ma ha assecondato una strategia tesa evidentemente al laceramento della coalizione ed al logoramento del sindaco. I cittadini, la stampa, l’opinione pubblica ed una larga fetta del Partito non comprendono come sia giustificabile una richiesta di “giunta tecnica” a pochi mesi dall’insediamento – a lungo richiesto dal nostro Partito – di una “giunta politica”. Né, infine, è possibile condividere le contestazioni ad un’azione amministrativa che in buona parte il Partito Democratico governa, sacrificando anche persone e competenze – i nostri assessori – immolatisi nella totale assenza di discussione politica.
Ciò che sentiamo di contestare più vigorosamente è proprio l’assenza di una discussione sulle ragioni – se ve ne sono - di questa crisi politico-amministrativa. Le uniche ragioni ascoltate finora, infatti, fanno riferimento a dissidi personali e spigoli caratteriali, piuttosto che a temi di interesse generale con i quali poter sostenere la fine anticipata di un’amministrazione.
Riteniamo, invece, che sebbene caratterizzati da alti e bassi, in questi tre anni di mandato siano stati raggiunti traguardi che vanno valorizzati e che siano in itinere procedimenti complessi ma che porteranno alla risoluzione di problemi, veri e propri macigni, che da anni, se non da decenni, affliggono la nostra città.
L’amministrazione Cascella ha risanato con rigore il bilancio del Comune, carico di debiti fuori bilancio accumulati dal passato, facendo di Barletta una delle poche città dell’intero territorio provinciale dal bilancio solido e che non rischia il default. Sbloccando un appalto concepito male e fermo da oltre quattro anni questa amministrazione ha dato il via, lo scorso Ottobre, alle opere di urbanizzazione attese da un intera parte di città sviluppatasi in modo disarticolato e scomposto, con piani di edilizia che negli anni passati hanno visto consegnare ai cittadini abitazioni ben prima che le relative aree fossero servite dalle opere di urbanizzazione. Ancora, solo poche settimane fa, dopo anni e veementi proteste dei residenti, ha individuato una soluzione per lo spostamento di un campo rom situato a ridosso di un parco ed (nuovo spazio di verde e socialità consegnato ai cittadini) a pochi metri dalla nuova zona residenziale. Ha aperto biblioteche per ragazzi in quartieri privi di altri servizi culturali; ha arricchito il patrimonio dei cittadini acquisendo dallo Stato il Palazzo della Marra; attraverso l’avvio della raccolta differenziata “porta a porta”, ha consentito alla città – vincitrice del titolo di “Comune riciclone” - di risparmiare sull’ecotassa regionale, abilitando i cittadini ad essere compartecipi di uno sviluppo più attento e sostenibile muovendo passi verso la strategia rifiuti zero.
Ciò solo a titolo esemplificativo dell’impegnativo lavoro svolto e da portare a compimento.
Ebbene, abbiamo sottoscritto un patto con i cittadini di Barletta, al momento delle elezioni: ora ci tocca impegnarci a realizzare il programma amministrativo da noi costruito e votato e sottoporci al termine del mandato alla valutazione dei cittadini. È evidente che la cosa più inutile e dannosa da fare, in questo momento, sia porre fine a questa esperienza amministrativa. La recente tornata di elezioni amministrative chiarisce che i cittadini non capirebbero perché ancora una volta gli chiediamo fiducia su un sindaco e un progetto e ad un certo punto del percorso siamo noi stessi a fare dietrofront; i “maggiorenti” del nostro Partito, sempre convinti di governare le leve del consenso, sottovalutano le lacerazioni che stanno producendo nella coalizione di centrosinistra e l’insofferenza dei cittadini che consegnerebbero, forse a ragione, l’amministrazione della città al centrodestra o al M5S.
Il circolo del Partito Democratico di Barletta ha compiuto la sua evoluzione in comitato elettorale: il direttivo e la segreteria cittadina non vengono convocati quasi mai e così si estromettono iscritti e militanti dalle decisioni, relegandole alle trattative tra il segretario ed i sottogruppi che compongono il gruppo consiliare del PD. Ciò di cui sicuramente non abbiamo bisogno è che, come fatto sinora, si mortifichino gli organi statutari, il dibattito e la discussione, si prendano le decisioni nel chiuso di una stanza, si riduca tutto ad un riequilibrio dei pesi delle correnti.
In conclusione, prendiamo le distanze da un’azione politica incomprensibile, che ha gettato diffuso discredito sul Partito Democratico e ne ha causato l’isolamento ed auspichiamo che prevalgano gli interessi generali sugli spigoli caratteriali e le ambizioni personali.
Chiediamo che il Partito Democratico tuteli il Sindaco Cascella evitando che si ponga fine anticipatamente a questa esperienza amministrativa, circostanza che causerebbe l’interruzione di procedimenti amministrativi in corso necessari e fondamentali per consegnare, ai cittadini e a chi seguirà a noi nella responsabilità di amministrare, una città migliore di quella - piena di debiti e di annose irrisolte questioni pendenti - che abbiamo consegnato al Sindaco Cascella.
Infine, chiediamo che il Partito Democratico si faccia carico di una discussione politica sui connotati e sui contenuti politici delle alleanze che vedono il PD perno della coalizione e che parta, imprescindibilmente, dalla ricomposizione della coalizione di centrosinistra legittimata dal voto. Chiediamo infine che, stante l’assenza di dibattito sulle ragioni che hanno portato prima ai “messaggi subliminali” e poi alla richiesta di giunta tecnica, si apra una discussione di merito sull’azione amministrativa sin qui svolta, coinvolgendo gli iscritti del Partito Democratico, gli organi statutariamente preposti e gli elettori, al fine di comprendere i limiti, le contraddizioni e gli errori e, possibilmente, superarli nel rispetto del mandato conferito al nostro Partito dai cittadini di Barletta.


Barletta, 26.06.2016

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