martedì 24 settembre 2013

In commissione. Servizi sociali: stato dell'arte.


I lavori della commissione consiliare "Affari socio sanitari, Sport e Tempo libero" proseguono. Qualche giorno fa vi ho accennato ai nostri approfondimenti sullo sport. Abbiamo dedicato gran parte delle ultime riunioni infatti all'analisi e alla stesura del "Regolamento per l'istituzione del Registro comunale delle Associazioni Sportive Dilettantistiche, per la concessione di benefici, per l'uso temporaneo degli impianti sportivi di proprietà comunale e per la disciplina delle modalità di affidamento della gestione di impianti sportivi pubblici". Riguardo i servizi sociali, invece, non vi ho detto che nei giorni passati, intensissimi, abbiamo cercato di capire lo "stato dell'arte" incontrando l'assessora al ramo (Annetta Rizzi Francabandiera) e la dirigente del settore (Rosa Dipalma). 

L'assessora Francabandiera, rientrata ad operare a Barletta dopo 24 anni vissuti a Bari, ci ha trasmesso le sue impressioni rispetto alle trasformazioni della nostra città, in cui i servizi sociali non sono più (a suo dire) "anello debole del sistema", ma un discreto punto di forza, certamente da potenziare. Ha riferito -tra le altre cose- di aver affrontato appena insediata la questione dell'affido familiare, di aver promosso la divulgazione dei PRO.V.I. (progetti di vita indipendente) per i disabili, di aver promosso incontri con la ASL e con i sindacati per la questione dell'assistenza domiciliare integrata (ADI).

Dopo varie e naturali digressioni su questioni di vario tipo di cui si è voluto chieder conto alle responsabili del settore approfittando della loro presenza (questione bandi educatori e relativa polemica sulla stampa, trasferimento uffici ASL, ecc.) siamo entrati nel vivo.

Abbiamo capito che tutto passa per il PIANO SOCIALE DI ZONA, ovvero il piano che regola la programmazione di tutti i servizi attivi e da attivare e delle azioni da intraprendere per andare incontro ai bisogni della popolazione.
Questi piani, su base triennale, sono lo strumento di cui si dota ormai da tre cicli la Regione Puglia per organizzare le politiche sociali su tutto il territorio. La riprogrammazione regionale si è conclusa nello scorso Giugno dopo un attento ascolto delle cosiddette "antenne sociali", (associazioni di volontariato, terzo settore, ecc.): sono stati dunque stabiliti gli obiettivi di servizio e i risultati attesi per il prossimo triennio, nonché le previsioni finanziarie annuali e pluriennali. Dove dobbiamo investire, quali servizi vanno potenziati, in linee generali ce lo indica dunque la regione. 
Riguardo noi. Il vecchio piano triennale scadeva nel 2012 e per il 2013 si è proseguito in proroga con atti del commissario prefettizio Anna Maria Manzone. 
Per il prossimo triennio, la notizia fondamentale con cui dobbiamo "fare i conti" è che gli stanziamenti economici dalla Regione verso i comuni si sono ridotti di 1/5, perché altrettanto si sono ridotti i fondi erogati dal governo centrale alle regioni per le politiche sociali. 

E' partita la prima fase prevista dai PSZ: è stata avviata la cosiddetta "concertazione". Ho seguito personalmente i 5 tavoli tematici (Politiche a sostegno delle responsabilità familiari; Politiche per i minori, i giovani e per il contrasto all'abuso e al maltrattamento; Politiche sull'inclusione sociale, immigrazione e politiche di contrasto alla devianza e alle dipendenze; Politiche per gli anziani; Politiche sulle disabilità e in favore della salute mentalecondotti dall'Ufficio di Piano allo scopo di intercettare i fabbisogni con associazioni, parrocchie, volontari, singoli cittadini per presentare i dati del 2012 e discutere le proposte di intervento per il prossimo triennio: mi auguro che la quantità di spunti e di esigenze dichiarate da operatori e fruitori vengano tenute in debita considerazione dai tecnici che, di questa "concertazione", dovranno farne sintesi per elaborare i passi successivi.

Un'importante notizia riguarda alcuni fondi ministeriali stanziati dall'ex Ministro Barca. Si tratta di fondi del cosiddetto PAC (Piano di Azione e Coesione) destinati a servizi di cura all'infanzia e agli anziani non autosufficienti. Questi sono fondi destinati a 4 regioni (Puglia, Calabria, Sicilia e Campania), non soggetti al patto di stabilità, che impegnano le amministrazioni locali a rilanciare programmi in grave ritardo rispetto ad alcuni temi prioritari. Noi, a Barletta, abbiamo dunque l'urgenza (entro il 14 Dicembre occorre inviare i progetti operativi) di intercettare interamente questi fondi per integrare le risorse del piano sociale. 
Si tratta di 700.000€ per interventi a favore dei minori (0-36 mesi) e 500.000€ per misure per gli anziani (soprattutto per ADI -assistenza domiciliare integrata e SAD -assistenza sociale domiciliare). Questi fondi sono erogabili in percentuale relativa ai servizi già forniti dal comune nello specifico settore. Dei 700.000€ per i minori, quindi, allo stato dell'arte potremmo ottenerne solo il 30% (210.000€), perché attualmente abbiamo un livello di servizio basso (abbiamo solo 57 posti negli asili nido rispetto ai 168 posti previsti dagli indicatori regionali). Lo stesso vale per i 500.000€ per gli anziani, dei quali riusciremmo ad ottenere solo il 50%. Ma... siamo in tempo, se ci diamo da fare, per intercettare il resto. 
E quindi non appena appresa la notizia, ci siamo attivati subito -con la commissione- per capire cosa sarebbe possibile fare per non perdere quei soldi. 
PAC minori. Possiamo:
individuare alcuni immobili comunali non utilizzati da destinare, previa ristrutturazione e adeguamento, ad asili nido e candidarli al finanziamento 
e
approntare i cosiddetti SIDE (servizi educativo domiciliare per l'infanzia) o asili nido domiciliari.

Abbiamo convocato l'assessore al demanio e patrimonio (ing. Dipalo) e il dirigente del settore manutenzioni e demanio e patrimonio (ing. Vacca) per conoscere l'elenco del patrimonio immobiliare del Comune (non vi dico quante utili scoperte...). Insieme ai due dirigenti competenti, poi, (Ing. Vacca e Dott.ssa Dipalma) abbiamo individuato come possibile immobile utile ai fini sopra espressi un'immobile già oggetto di ristrutturazione secondo il Piano Triennale delle Opere Pubbliche: un immobile in via Mons.Dimiccoli, nella zona Maranco (ex Uffici ASL). Lì pare ci siano almeno 3 grandi aule che consentirebbero di realizzare un nuovo asilo nido con almeno un'altra sessantina di posti disponibili. Per tutto questo (in base ad un ragionamento teorico da verificare con piani e progetti) potrebbero essere sufficienti 300.000€ di quei 500.000. Con la restante parte potremmo impegnarci ad attivare anche i sopracitati SIDE, ovvero servizi di asilo nido domiciliare. 

PAC anziani. Il 50% di quei 500.000€ riusciamo già a farceli attribuire sulla base dei servizi che già eroghiamo. Il restante 50%, possiamo candidarci ad ottenerlo attivandoci per potenziare i servizi di ADI (Assistenza Domiciliare integrata) e SAD (assistenza sociale domiciliare).

Alla chiusura dell'ultima seduta di commissione in cui abbiamo individuato la strada per non perdere questi importanti finanziamenti, vi confesso che il "senso di impotenza" che mi attanaglia sin dal giorno dell'elezione ha lasciato il posto alla speranza e ad una piccola quota di soddisfazione. La speranza, sì, perché c'è sempre qualcosa di utile da fare, se si vuole. E la soddisfazione, la soddisfazione della politica quando riesce ad essere concreta, nonostante questa insopportabile dittatura della polemica ci impedisca di fare emergere queste piccole grandi "concretezze".

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