sabato 9 agosto 2014

Decreto Salva-Ambiente, Partecipazione e nuove sfide per i Governatori regionali.


Con grande piacere pubblico questa riflessione della compagna Elvira Tarsitano, esperta di politiche ambientali, civatiana (avevate dubbi?), responsabile "ambiente" per il Partito Democratico pugliese, con la quale proprio ieri ci siamo confrontate a proposito di sfide future. Una riflessione utile, necessaria direi, a partire dalle novità introdotte nel Decreto salva-Ambiente riguardanti il ruolo cruciale dei Governatori regionali. 
In tutto questo gran parlare di uomini, candidati, autocandidature, accordi, sembra sfuggire il punto centrale: la visione. Il progetto di governo per la Puglia futura. Il ragionamento collettivo sul "dove andremo". Ecco, iniziamo a parlarne. Poi vediamo chi sta meglio sotto i riflettori. Ma poi. 


E' entrato in vigore il decreto, approvato qualche giorno fa dal consiglio dei ministri, in cui sono contenute disposizioni urgenti per la tutela dell'ambiente.
Lo Slogan è Superare le emergenze; Semplificare le procedure; Scongiurare diverse infrazioni comunitarie.

"Con questo pacchetto di misure - spiega il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti - vogliamo rendere più efficiente l'intero sistema ambientale, su cui è fondamentale investire per il rilancio del Paese. Lo facciamo con norme che servono a fermare gli scempi compiuti sul territorio nazionale alle spalle dei cittadini e con misure immediatamente operative per difendere il nostro ecosistema, risparmiare soldi e velocizzare le procedure senza recedere di un millimetro sulla tutela dell'Ambiente. Bisogna 'correre' verso un'Italia più sicura e sostenibile sotto il profilo ambientale: questo decreto fornisce gli strumenti giusti".
Procedure più veloci e semplici contro il dissesto idrogeologico. I Presidenti di Regione subentrano, per i rispettivi territori di competenza, nelle funzioni dei Commissari straordinari delegati alla mitigazione del rischio idrogeologico e nella titolarità delle relative contabilità speciali. Per semplificare e velocizzare le procedure, l'autorizzazione dei progetti rilasciata dal Governatore della Regione sostituisce tutti i visti, i pareri, le autorizzazioni, i nulla osta ed ogni altro provvedimento necessario all'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza del territorio. Così come anche per le bonifiche, la gestione dei rifiuti

Il Governatore della regione, assume così un ruolo cruciale nei conflitti socio-ambientali.

Ancora una volta, la cosa che colpisce è che la visione macroscopica dei problemi si impone, anche ai non addetti ai lavori, come fenomeni globali che non riescono a superare le barriere convenzionali e i confini geografici.

Si profila così l’esigenza, a cui potranno rispondere i Presidenti regionali, quella della doppia integrazione sia orizzontale, tra economia e ambiente, che verticale, tra l’ambito locale ed un’area più vasta, regione, paese, continente, fino alla dimensione Terra.

Il fondamento della pianificazione deve essere la capacità di auto mantenimento della vita. La visione ecosistemica del territorio consiste nel ritrovare e nel garantire l’armonia tra l’insediamento urbano ed il territorio extra-urbano. Occorre affrontare con le giuste strategie il degrado ambientale, progettando e individuando regole insediative della città e del territorio che risultano di per sé generatrici di nuovi durevoli equilibri ambientali.

Fulcro di questo percorso è la partecipazione degli attori sociali, il coinvolgimento della popolazione e di precise competenze tecniche ed amministrative, il tutto inteso come un forte momento di coesione economica e sociale. Il principio ispiratore è la creazione di un corretto rapporto tra l’uomo e il suo ambiente, tra utente e pianificatore, tra paesaggio naturale e urbano, tra ambiente sociale ed ambiente economico per “cercare un posto dell’uomo nella natura e un posto per la natura nella città dell’uomo”. I presupposti fondamentali sono l’equità sociale e l’equilibrio ecologico.
Il coinvolgimento dei cittadini nella fase di analisi e di individuazione dei problemi, garantirà la collaborazione degli stessi alla formulazione e alla applicazione delle strategie di azione previste dalla pianificazione. L’auspicata partecipazione dei cittadini è necessaria per far sviluppare una consapevolezza sul futuro dell’intera collettività, e per creare coinvolgimento e collaborazione. In modo tale che essi sviluppino la capacità per una idonea cura dei propri luoghi.

Nella nostra cultura la partecipazione da parte dei cittadini agli eventi che coinvolgono la comunità cui appartengono, è spesso declinata ma poco praticata. Quindi, occorre sensibilizzare ed aiutare i cittadini a sentirsi partecipi e parte integrante di questo modello innovativo di pianificazione del territorio.

L’idea della “città partecipata” consiste nel rendere possibile la discussione e il confronto fra esponenti di categorie normalmente in conflitto. Persone di diversa provenienza sociale, culturale potranno fare concreti progressi insieme, verso decisioni basate su di una conoscenza comune. Spesso è solo attraverso l’esperienza del lavorare insieme su problemi specifici ed immediati che essi incominciano a demolire barriere ideologiche, filosofiche che hanno inibito ed impedito la collaborazione nel passato. E’ comune a tutte le esperienze condotte secondo questi principi il verificarsi di un progressivo aumento di interesse e partecipazione con il procedere del lavoro comune.
I cittadini, i rappresentanti delle categorie sociali ed economiche devono integrarsi con tecnici, pianificatori, amministratori nei processi decisionali di governo e di controllo per giungere alla istituzionalizzazione della partecipazione come elemento integrante della concezione stessa del progetto della città e del perseguimento di forme concrete di qualità urbane ed ambientali.
Si supera, così, l’idea di pianificazione come prodotto finale a vantaggio di pianificazione come processo continuo.

Il coinvolgimento delle comunità non deve limitarsi a possibilità e modifiche marginali, ma deve avere modo di incidere su scelte sostanziali di sistemi progettuali già definiti. L’influenza della partecipazione del cittadino prevista in fase iniziale, deve risultare determinante sul risultato finale.

Riproporre la centralità del rapporto locale-globale con l’urgenza di superare le logiche emergenziali e settoriali a favore di una visione unitaria e integrata che riaffermi il valore strategico della gestione sostenibile dei conflitti socio-ambientali è la sfida vera della pianificazione ambientale e territoriale, alla quale è chiamato il Governatore della regione del futuro.

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