sabato 11 ottobre 2014

La responsabilità della rappresentanza - ovvero, il giorno delle elezioni provinciali.


Scrivervi o no. Se sia utile farlo, o se facendolo si rischi solo di riaccendere la rabbia di voialtri tutti,  estromessi da questo processo. Nascondermi, per imbarazzo, o parlarvi. È a questo che penso da giorni, in attesa di oggi. E come faccio ogni volta che ho bisogno di capire cosa sia giusto, provo a fare un viaggio all’indietro, ai tempi della mia maggiore purezza, dell’idealismo più spinto, della sete da tabula rasa e riapro vecchi libri e cerco vecchie pagine sottolineate, per ritrovare quei concetti su cui mi sono formata. C’era un tempo in cui compravo ossessivamente quasi ogni libro che contenesse nel titolo la parola “democrazia”. Non scherzo, i miei amici (e le proprietarie del Punto Einaudi qui a Barletta) vi confermeranno questa mia fissazione. E così, ho riaperto il primo (con la speciale dedica dell’autore) e vi ho ritrovato la parola Verità. Aletheia, in greco, da “a+lantano”: “non nascondersi”). E’ bastato questo per sciogliere i miei dubbi. Non c’è motivo per cui io debba nascondermi.

Sto andando a votare, nelle mie funzioni di consigliere comunale, per queste elezioni qua, di cui avete sentito parlare ai tg o sui giornali solo per gli accordi e disaccordi delle varie coalizioni: le elezioni provinciali, o “di secondo livello”, per eleggere i nuovi organismi direttivi delle Province. Perché sì, non le hanno abolite, esisteranno ancora per un po’ e con le medesime (o quasi) funzioni di prima. Elettori attivi e passivi saremo solo noi consiglieri comunali e i sindaci dei vari comuni e -vi dirò di più- non saremo neanche tutti uguali. Il voto di ciascuno avrà un “peso” differente, un valore, un punteggio in base principalmente al numero di abitanti del comune di appartenenza. Non siamo tutti uguali non dico davanti alla legge, ma neanche davanti al pasticcio. Pasticcio n°56/2014, targato Graziano Delrio.

Ora. Tutto quello che penso di questa legge raffazzonata è stato detto e scritto in questi giorni da tanti.  Posso solo dirvi che riaprendo quei vecchi libri di cui sopra ho rafforzato la mia opinione: la Democrazia è il dono più prezioso dei nostri tempi. Oggi è debole, malata, viene continuamente violentata e viene declinata in maniera inadeguata e in misura insufficiente, ma abbiamo sempre il dovere di proteggerla, sempre, per ciò che significa e per eterna riconoscenza verso le vite donate per lasciarcela in dono.

È così che mi sono convinta che occorra votare, non defilarsi. Non tollero, mi dà l’orticaria, profondamente m’offende l’idea di una consultazione che non sia davvero popolare ma solo tra delegati, di una “elezione tra eletti” e, onestamente, mi imbarazza che tra quegli eletti ci sia io, come se avessi più titolo o diritto di mia madre o di qualsiasi altro cittadino. Eppure è legge. Dunque quest’elezione, così com’è, si svolgerà. Si eleggeranno un nuovo consiglio provinciale ed un nuovo presidente. Se non sceglierò io (anche per voi), sceglieranno altri per noi.

(Mentre scrivo, realizzo che quest’ultima frase incarna il concetto che con grande fatica uso e riuso con tutti gli amici delusi, rassegnati, arrabbiati o indifferenti che, ad ogni elezione, minacciano astensionismo. E non è un caso. Io attribuisco ad ogni passaggio elettorale, anche il meno rilevante, un’importanza straordinaria, anche se per esso sono previsti strumenti detestabili. Il porcellum, ad esempio, era uno strumento davvero detestabile e ritenuto a posteriori addirittura incostituzionale. Ciò nonostante, non era meno importante e significativo recarsi alle urne e votare. Ci sarà sempre un numero di persone, anche piccolo, che anche in nostra assenza voterà e facendolo avrà scelto anche per noi.  Più ristretto sarà quel numero di persone che sceglierà di scegliere, più si restringerà la democrazia.)

Ora, il voto è un diritto sacrosanto, dono di quelle vite sopra citate che non vanno oltraggiate con proposte e leggi del calibro di questa. E un diritto va garantito, esteso, mai negato.
Purtuttavia, in questo stato di grave malessere per la Democrazia, di agonia lenta e speriamo non mortale, ci si accinge a costruire un pezzo dell’ossatura del nostro Paese, gli Enti intermedi. E non sarà defilandoci, dichiarando la nostra indignazione, incarnando una comprensibile protesta verso questa legge ingiusta che avremo reso il miglior servizio alla comunità, io credo. Non ci si può “sporcare”, contaminare, rendere complici, ha scritto qualcuno. Beh, per quel che mi riguarda, posso assicurarvi che sceglierò la migliore proposta in campo e che alcun accordo, intesa più o meno larga o promessa ha orientato la mia scelta. Voterò con l’amaro in bocca ma non per questo mi sentirò complice di Delrio, o peggio ancora pezzo della casta. Sento addosso “la responsabilità della rappresentanza”, ne sento il peso e il dovere. Mi tocca.

Sono stata anch’io, non lo nascondo, fortemente tentata dal rinunciare al voto. Ma poi ho pensato a tutti quei cittadini che mi hanno delegata con il voto e anche a chi non lo ha fatto. Ho pensato a Bobbio e al concetto (da qualche manciata di anni ribaltato) di “potere ascendente” dei governi democratici. Ho pensato alla Democrazia rappresentativa e a quanto non sia all’altezza del momento storico (molto più che partecipata, cooperativa dovrebbe essere una Democrazia moderna). Ho pensato che - sic stantibus rebus - le Province continueranno a decidere di ambiente, mobilità, edilizia scolastica delle scuole superiori, formazione professionale e lavoro.

Beh, tutti questi (e tutti gli altri che rimbalzano da parte a parte nella mia testa) sono stati elementi di riflessione sufficienti per indurmi a non mandare tutti al diavolo e decidere, con il naso turato, di andare a votare.
“La democrazia è potere di controllare il potere”, ha scritto Antonio Polito ieri l'altro sul Corriere della Sera. Beh, io posso garantirvi che controllerò. Voi continuate a controllare me. Per interposta persona, controllerete anche loro.

Chiunque verrà eletto, è e sarà sempre sotto il controllo pubblico, non dimentichiamolo.

P.S. Io voterò colui che solo si è degnato di aprirsi alla cittadinanza con un canovaccio di pensieri e di obiettivi, il candidato del centrosinistra:

Qui, tutte le informazioni e le liste: 

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